"Aiutiamo piccole aziende, dando nuove opportunità ad imprese come la tua", si legge sul sito dell'Unione Europea che promuove il trattato.
Il TTIP come è noto è però anche al centro di aspre polemiche di associazioni per la tutela dei consumatori e di altre ambientaliste per vari fronti. Il gruppo di Ong che si occupa di salute e che si riunisce sotto la sigla Epha (European Public Health Alliance) ad esempio monitora da mesi tutte le notizie pubblicate dai media di tutto il mondo sullo stato di avanzamento delle trattative. Il timore è che con l'abbassamento delle barriere tariffarie (dazi) e non tariffarie (regolamenti a tutela di cittadini e consumatori), dietro il trattato possa celarsi una serie di liberalizzazioni potenzialmente minacciose per la salute, come -ad esempio- quella sugli Ogm, fino ad oggi sostanzialmente vietati in Europa e diffusi in America.
E' proprio il campo alimentare quello più delicato ed esposto alle nuove "liberalizzazioni", che potrebbero portare in Europa carni e altri prodotti di origine animale provenienti da allevamenti con standard piuttosto diversi e colture transgeniche.
Come ogni dibattito controverso che riguardi questo tipo di tematiche in Europa, anche per il TTIP giocano un ruolo fondamentale le lobby.
Secondo un articolo del giornale online di Legambiente "La Nuova Ecologia",
Su 560 incontri diplomatici – è descritto nel rapporto Who lobbies most on Ttip? – il 92% ha visto come interlocutori del dipartimento per il Commercio della Commissione rappresentanti del mondo del business. Solo nel 4% dei casi dall’altra parte della scrivania si sono seduti gruppi di pressione che difendono l’interesse pubblico. In sostanza, il dipartimento per il Commercio sta scrivendo il trattato a quattro mani con i lobbisti delle multinazionali, tenendo fuori dai giochi le organizzazioni che hanno a cuore le sorti della cittadinanza. Le conseguenze possono essere preoccupanti: basti pensare che nessun settore ha fatto pressioni quanto quello agricolo, con il rischio di aprire i confini europei a semi geneticamente manipolati e animali provenienti da allevamenti intensivi.