Un'accordo record tra una corporazione cinese e un colosso olandese dell'agribusiness segna un nuovo, sostanziale, passo dell'economia cinese nel settore agroalimentare europeo.
"La cinese COFCO Corp.e l'olandese Nidera hanno firmato il 23 marzo un accordo con il quale la COFCO rileva il 51% di Nidera e avvia una cooperazione strategica tra i due colossi dell'agrindustria. Si tratta del più grande accordo di cooperazione mai siglato tra due imprese di questi paesi, raggiunto proprio durante la prima visita ufficiale del presidente cinese Xi Jinping in Olanda.
(...) L'accordo segna anche la più grande acquisizione internazionale nella storia dell'agroindustria cinese. COFCO e Nidera apriranno dei canali e sistemi di cooperazione in ambiti come il mercato dei seminativi.
(...) La soia, il grano e il granturco sono i principali asset trattati da Nidera. Grazie al possesso di un ricco bacino di seminativi e di materiale genetico, la Nidera ha sviluppato partnership con realtà agricole di tutto il mondo, fornendo semi, fertilizzante e prodotti agricoli chimici. Dal dicembre 2013, Nidera vanta 62 filiali e oltre 3700 dipendenti, facendo import export in almeno 18 paesi.
L'articolo completo su: http://farmlandgrab.org/post/view/23309
Thursday, March 27, 2014
Thursday, March 20, 2014
Il land grabbing secondo i traders e i grandi investitori Europei
"Carl Heinrich Bruhn è un uomo d'affari tedesco, che ha speso la sua carriera nell'ndustria agroalimentare europea.
Nel 2011 ha fondato una sua azienda, la Amatheon Agri. La società è riuscita ad attrarre rapidamente imprenditori di alto profilo, come l'ex dirigente di Unilever Africa Frank Breaken, che ha preso l'incarico di responsabile investimenti (CIO)
L'azienda tedesca ha già investito €30m in progetti agricoli in Zambia e Uganda, e prevede di spenderne altri €350m nei prossimi due anni in altri stati Africani, come il Ghana e il Mozambico.
Il primo investimento della società è stato in Zambia, dove ha acquistato oltre 30,000 ettari di terra, collocati a 200 km a ovest della capitale Lusaka.
Qui l'Amatheon coltiva soia, mais e grano, mentre sta rapidamente espendendo l'attività sulla zootecnia.
(Leggi l'articolo originale su http://farmlandgrab.org/post/view/23286#sthash.E1d0CbBn.dpuf ENG)
Nel 2011 ha fondato una sua azienda, la Amatheon Agri. La società è riuscita ad attrarre rapidamente imprenditori di alto profilo, come l'ex dirigente di Unilever Africa Frank Breaken, che ha preso l'incarico di responsabile investimenti (CIO)
L'azienda tedesca ha già investito €30m in progetti agricoli in Zambia e Uganda, e prevede di spenderne altri €350m nei prossimi due anni in altri stati Africani, come il Ghana e il Mozambico.
Il primo investimento della società è stato in Zambia, dove ha acquistato oltre 30,000 ettari di terra, collocati a 200 km a ovest della capitale Lusaka.
Qui l'Amatheon coltiva soia, mais e grano, mentre sta rapidamente espendendo l'attività sulla zootecnia.
(Leggi l'articolo originale su http://farmlandgrab.org/post/view/23286#sthash.E1d0CbBn.dpuf ENG)
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Tuesday, March 18, 2014
Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, 20 anni dopo
"I taccuini su cui Ilaria aveva preso degli
appunti, per esempio. In uno c'erano scritte molte cose: i 1400
miliardi di lire della Cooperazione italiana; la strada Garore-Bosaso,
fatta sempre dalla nostra Cooperazione; il nome di Mugne, l'armatore di
una flottiglia italo-somala; quello di Marocchino, l'imprenditore che
gestiva l'approvvigionamento delle nostre truppe. Ilaria indagava sul
traffico di rifiuti e cercava risposte sullo scandalo che coinvolgeva il
nostro ministero degli Esteri, quello della Difesa, i nostri Servizi,
le società coinvolte nello scambio armi-rifiuti. Noi fomentavamo una
guerra che eravamo andati a placare. Lo scandalo era enorme. Soprattutto
in quell'epoca. Oggi siamo abituati a tutto...".
"Mia figlia era stata per sette volte in Somalia. Aveva chiesto di restare ancora qualche giorno. Voleva andare al sud, a Kysmaio. Un altro porto. Nelle sue indagini c'erano sempre dei porti. Tutto porta alla stessa evidenza: mia figlia indagava sul traffico di armi in cambio dei rifiuti. Armi trasportate dai nostri aerei militari, gli Hercules C-130, senza insegne. Quelli visti, secondo testimoni, da Rostagno sulla pista clandestina vicino a Trapani. Quelli di cui Ilaria, probabilmente, aveva parlato con Li Causi"
Intervista a Luciana Alpi, la madre di Ilaria Alpi, giornalista del Tg3 della Rai uccisa a Mogadiscio il 20 marzo del 1994 assieme all'operatore Miran Hrovatin. L'intervista completa su Repubblica.it
La vicenda di Ilaria Alpi è stata abilmente ricostruita e attualizzata da Paul Moreira nel documentario Toxic Somalia, che racconta una storia emblematica sul passato del nostro Paese.
"Mia figlia era stata per sette volte in Somalia. Aveva chiesto di restare ancora qualche giorno. Voleva andare al sud, a Kysmaio. Un altro porto. Nelle sue indagini c'erano sempre dei porti. Tutto porta alla stessa evidenza: mia figlia indagava sul traffico di armi in cambio dei rifiuti. Armi trasportate dai nostri aerei militari, gli Hercules C-130, senza insegne. Quelli visti, secondo testimoni, da Rostagno sulla pista clandestina vicino a Trapani. Quelli di cui Ilaria, probabilmente, aveva parlato con Li Causi"
Intervista a Luciana Alpi, la madre di Ilaria Alpi, giornalista del Tg3 della Rai uccisa a Mogadiscio il 20 marzo del 1994 assieme all'operatore Miran Hrovatin. L'intervista completa su Repubblica.it
La vicenda di Ilaria Alpi è stata abilmente ricostruita e attualizzata da Paul Moreira nel documentario Toxic Somalia, che racconta una storia emblematica sul passato del nostro Paese.
Thursday, March 6, 2014
Etichettatura del pesce. In Italia uno su tre è un falso?
Sorprende un dato emerso da un recente studio che ha comparato il quantitativo di "falso pesce" venduto nei banchi dei supermercati o di pescherie in Europa.
"Secondo quanto emerso nella ricerca, il tasso di frodi nella vendita di pesce marino è più alto in altri paesi europei, tra cui il 32per cento del totale in Italia, il 30 per cento di tutto il nasello in Spagna e il 19 per cento del merluzzo in Irlanda - mentre la Francia ha registrato solo un tasso di frondi del 3,5 per cento. Il Regno Unito ha evidenziato tassi simili del 6 per cento".
L'articolo integrale (eng) a questo link: http://www.worldfishing.net/news101/industry-news/fish-labelling-fraud-uncovered#sthash.wYSod8WF.dpuf
Nel video, una puntata del programma francese Envoyé Special dedicato al commercio industriale del pesce. Ecco il link al video sul sito della trasmissione: http://www.francetvinfo.fr/sante/video-envoye-special-poissons-d-elevage-un-business-en-eaux-troubles_452510.html
"Secondo quanto emerso nella ricerca, il tasso di frodi nella vendita di pesce marino è più alto in altri paesi europei, tra cui il 32per cento del totale in Italia, il 30 per cento di tutto il nasello in Spagna e il 19 per cento del merluzzo in Irlanda - mentre la Francia ha registrato solo un tasso di frondi del 3,5 per cento. Il Regno Unito ha evidenziato tassi simili del 6 per cento".
L'articolo integrale (eng) a questo link: http://www.worldfishing.net/news101/industry-news/fish-labelling-fraud-uncovered#sthash.wYSod8WF.dpuf
Nel video, una puntata del programma francese Envoyé Special dedicato al commercio industriale del pesce. Ecco il link al video sul sito della trasmissione: http://www.francetvinfo.fr/sante/video-envoye-special-poissons-d-elevage-un-business-en-eaux-troubles_452510.html
Monday, March 3, 2014
Slow Food contro il consumo di salmone da allevamenti intensivi
"600 000 salmoni che nuotano in
una zuppa di muco ed escrementi alimentano le mutazioni di agenti
patogeni che si diffondono dallAtlantico fino al nostro supermercatino
sotto casa".
Dai rischi di malattie, all'impatto sull'ecosistema, persino tralasciando qualsiasi considerazione sul benessere animale. SlowFood Italia scrive sul suo sito la lista di "10 buoni motivi" per evitare il consumo di salmone proveniente da allevamenti intensivi. Come al solito, un mondo ignoto ai più, che si limitano a comprare sushi o salmone confezionato a buon mercato, del tutto ignari della provenienza.
Ecco l'articolo originale: http://www.slowfood.it/sloweb/3be6aa390c24a533d2cda1295389b52b/10-buoni-motivi-per-cui-non-mangiamo-salmone
Nel video invece, un servizio del 2009 della BBC in cui il giornalista John Craven mostra alcune realtà di allevamenti intensivi di salmone in Scozia.
Dai rischi di malattie, all'impatto sull'ecosistema, persino tralasciando qualsiasi considerazione sul benessere animale. SlowFood Italia scrive sul suo sito la lista di "10 buoni motivi" per evitare il consumo di salmone proveniente da allevamenti intensivi. Come al solito, un mondo ignoto ai più, che si limitano a comprare sushi o salmone confezionato a buon mercato, del tutto ignari della provenienza.
Ecco l'articolo originale: http://www.slowfood.it/sloweb/3be6aa390c24a533d2cda1295389b52b/10-buoni-motivi-per-cui-non-mangiamo-salmone
Nel video invece, un servizio del 2009 della BBC in cui il giornalista John Craven mostra alcune realtà di allevamenti intensivi di salmone in Scozia.
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