Saturday, May 31, 2014

Una persona su otto al mondo soffre la fame

Sono 842 milioni, ovvero un ottavo della popolazione mondiale, le persone che vivono in condizioni estreme di fame e povertà, secondo i dati diffusi lo scorso mercoledì in occasione della giornata mondiale contro la fame nel mondo dall'associazione inglese The Hunger Institute.

"La fame uccide più dell'AIDS, della malaria e della tubercolosi insieme. Milioni di donne, uomini e bambini muoiono ogni anno a causa della fame cronica. Almeno DUE milioni sono bambini".

Secondo l'associazione, solo il 10 per cento di questi casi sono dovuti a crisi i a emergenze di vario tipo (guerre, alluvioni, terremoti), mentre il restante 90 per cento è dovuto ad una situazione persistente di scarso accesso alle risorse, in particolare in Africa, Asia Meridionale e America Latina.

Monday, May 19, 2014

Tutti i numeri sulla sofisticazione della mozzarella di bufala in Italia

Nuove indagini portano a galla di continuo nuoveprove di un business legato al latte di bufala contraffatto o proveniente dall'Est Europa ed utilizzato in alcuni caseifici per la produzione di Mozzarella Dop.

Ecco alcuni numeri:

"Approfittando di alcuni dati inediti Istat sul latte bufalino consegnato ai caseifici in tutta Italia dal 2010 al 2012, possiamo dare una stima delle dimensioni della sofisticazione nella filiera del dop. Secondo i dati degli organismi ministeriali di controllo, elaborati da Ismea, nel 2012 sono state prodotte 37,122 tonnellate di mozzarella di bufala dop. Secondo quanto prescritto dallo stesso disciplinare, per fare 1 chilo di mozzarella devono essere tassativamente utilizzati 4 litri di latte bufalino (la media è di 4,2 litri). Il che vuol dire che solo gli 89 produttori appartenenti al consorzio dop devono aver utilizzato almeno 148,488 mila litri di latte bufalino. Secondo l’Istat, in Italia nello stesso anno sono stati consegnati a tutti i caseifici (sia dop che non dop, per la produzione di mozzarella o di altri prodotti come la ricotta, la provola affumicata, lo yogurt, ecc.) 186,849 litri di latte bufalino complessivamente. Di questi, dall’area dop vengono 179,522 litri.

Un quantitativo in grado di soddisfare tutta la domanda dei caseifici dop, non fosse che questo dato include anche il latte consegnato agli altri circa 160 caseifici di piccole e grandi dimensioni, non appartenenti al consorzio, che producono mozzarella di bufala nella sola Campania. Una quantità di produttori che, pur considerando una minore presenza nella grande distribuzione, potrebbero produrre ipoteticamente dalle 20 alle 30mila tonnellate annue, ovvero utilizzare come minimo altri 80mila litri di latte bufalino (in questo caso il rapporto 4 litri per 1 chilo può essere relativamente più flessibile). Lasciando ombre e interrogativi sull’origine di almeno 40mila litri di latte necessari alla produzione totale."

Leggi l'articolo integrale su Linkiesta: http://www.linkiesta.it/mozzarella-bufala-sofisticazione

Tuesday, May 13, 2014

Come il marketing promuove la carne e i prodotti di origine animale

"Il potere dell'ignoranza volontaria non ha limiti". In questo video dagli incontri digitali eTalks, un'esperta di marketing spiega su quali leve si basa il meccanismo del marketing che permette all'industria animale di vendere prodotti di filiera industriale sotto le fantasiose spoglie di "consigliato dal macellaio" o "100 per cento naturale".

Il video, nella versione promossa dal movimento Compassion in World Farming (ENG):


Thursday, May 8, 2014

Arance di Sicilia IGP. Dal produttore al consumatore, rincari del 10.000 per cento

Un esempio piuttosto sorprendente di come il passaggi di filiera possano danneggiare i produttori locali, che lavorano la terra, e favorire la piccola, media e soprattutto grande distribuzione, ponendo le basi per prezzi insostenibili di produzione e quindi sofisticazione, prodotti importati dall'estero e via dicendo.

Secondo un inchiesta del quotidiano La Sicilia, le Arance Rosse di Sicilia IGP sono acquistate in campagna  a 0,15 euro al chilo e vendute al prezzo finale di 3 euro per una spremuta (in bicchiere da circa 20 cl) in Autogrill, con un ricarico del 10.000%.

«È necessario verificare e controllare cosa succede in tutti i passaggi ed ottenere accordi equi nell'interesse dei produttori e consumatori. Sono anni che questa forbice pesa sui nostri agrumicoltori costretti a svendere il prodotto che invece potrebbe servire proprio per incentivare il consumo di spremute», sostengono il presidente e il direttore della Coldiretti regionale, Alessandro Chiarelli e Giuseppe Campione. La richiesta dei rappresentanti dei produttori: «Bisogna incentivare il consumo di spremute a prezzi equi perché sono evidenti le speculazioni nell'ambito della filiera agrumicola».