Monday, November 26, 2012

Inquinamento, Ilva e dossier

La vicenda dell'Ilva di Taranto si è combattuta negli ultimi mesi a colpi di dossier tra chi sostiene che l'impianto vada chiuso immediatamente perché colpevole di aver avvelenato l'intera città per anni, attentando alla salute dei suoi abitanti colpiti da tassi molto superiori alla media di tumori e altre patologie, e chi sostiene che l'inquinamento della zona è da "attribuire a tanti fattori", non solo all'Ilva, che difende in virtù del suo ruolo chiave nel panorama economico e occupazionale nazionale.

Un nuovo filone di indagine delle procure che stanno seguendo la vicenda rivela però come non sempre i dossier e i dati strombazzati siano del tutto attendibili.

"Il nuovo terremoto scaturisce dall'inchiesta denominata "environment sold out", ambiente svenduto, avviata dalla finanza nel 2009. Tra gli episodi fotografati c'è la presunta corruzione di un perito della procura incaricato di svolgere una consulenza sulle fonti dell'inquinamento killer. Per quella vicenda ai domiciliari il perito Lorenzo Liberti, mentre il carcere è scattato per  Girolamo Archinà l'ex potentissimo responsabile delle relazioni istituzionlai del gruppo, licenziato nei mesi scorsi. (...)

presunto giro di mazzette che negli anni sarebbero servite ad 'ammorbidire' l'impatto inquinante dello stabilimento. Di lì è già saltata fuori la storia di Liberti, il perito della procura incaricato dai pm di individuare la fonte dell'inquinamento dei terreni in cui pascolavano capre e pecore risultate contaminate da diossina e pcb, che sarebbe stato corrotto da Archinà"

(Leggi tutto su Repubblica.it)

(foto tratta da il blog di Paolo Michelotto)

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