Wednesday, December 18, 2013

Corsa alla terra e allevamenti intensivi in Romania

Ancora un video di pochi minuti, stavolta che collega in modo piuttosto inedito il fenomeno del land grabbing, molto diffuso in Romania, con il sistema di approvvigionamento dei mangimi dell'industria degli allevamenti su scala globale.

Altri video interessanti su alcune "contraddizioni" del moderno sistema del cibo e dell'alimentazione sono reperibili sul sito del Barilla Center for Food and Nutrition, ovvero qui:

http://www.barillacfn.com/en/video/

Monday, December 16, 2013

Land grabbing, un video per scoprire il fenomeno dell'accaparramento delle terre

Uno spot di un progetto sul land grabbing, che sembra però raccontare in pochi minuti la gravità del fenomeno dell'accaparramento delle terre.

Per approfondire il fenomeno, presente in tutti i continenti in forma sempre più massiccia, suggerisco questo sito, con una rassegna stampa quotidiana interamente dedicata al fenomeno:

http://farmlandgrab.org/

Thursday, December 12, 2013

Samsara: in pochi mimuti, il sistema moderno alimentare

Un video di pochi minuti racconta come pochi prima sono riusciti a fare, in che modo funziona il moderno sistema alimentare, l'industria del cibo basata su "un mercato globale delle proteine estremamente competitivo" (cit. Stephen Kelly, portavoce industria alimentare, Corea del Sud).

Friday, September 13, 2013

WTB: Scompaiono i piccoli allevamenti nel sistema moderno del cibo. Pig Business

La globalizzazione dell'alimentazione nel mercato moderno e competitivo, raccontata come non mai in un documentario in continua evoluzione dedicato al grande affare del mercato della carne di maiale (e derivati). Un video non abbastanza diffuso, specie in Italia, che racconta con straordinaria chiarezza cosa c'è dietro la produzione sempre più industriale e senza frontiere dei prodotti animali, e di come le piccole fattorie del nostro immaginario stiano scomparendo con sempre maggiore rapidità.





Thursday, May 16, 2013

Tornano gli aiuti europei alla coltivazione del tabacco

Marcia indietro dell'Europa nell'erogazione dei contributi per le coltivazioni di tabacco. Dopo che l'ultima riforma della Pac -la politica agricola europea- aveva sancito l'esclusione delle coltivazioni di tabacco dall'accesso degli "aiuti accoppiati" comunitari, erogati agli agricoltori in base alle superfici coltivate, arriva nei giorni scorsi un primo dietrofront.



"perugia, 24 gen. 013 - Esprime soddisfazione l'Assessorato regionale all'Agricoltura per la reintroduzione da parte della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo del tabacco tra le colture per le quali sono possibili i sostegni accoppiati.", si legge in una nota della Regione Umbria dei giorni scorsi. "A partire da ieri - è stato spiegato dall'Assessorato - la Commissione, è impegnata nell'esame di circa 8000 emendamenti ai testi proposti dalla Commissione Europea nel 2012 e tra i voti effettuati c'era anche quello relativo all'articolo 38 della riforma della PAC che disciplina i sostegni accoppiati.
L'Assessorato rende noto che la Commissione Agricoltura del Parlamento ha fortemente modificato l'impostazione della riforma  eliminando l'elenco nominativo delle produzioni agevolabili e   ripristinando al loro posto la possibilità di aiutare tutti i prodotti previsti nell'Allegato I del Trattato, dunque anche il tabacco che in precedenza era stato escluso. In secondo luogo è stato aumentato lo spazio finanziario per i sostegni accoppiati  che vengono portati dal 5 al 15 per cento del massimale annuo di ciascuno Stato membro. Un cambiamento questo, da cui potrebbe derivare una disponibilità  finanziaria di 4 volte superiore all'attuale. Infine è stato approvato anche l'emendamento che prevede la priorità per quelle produzioni che negli anni 2010 - 2013 avevano già ricevuto un sostegno accoppiato".
Secondo l'ufficio stampa della Regione Umbria, "il voto ha visto una larga convergenza tra i maggiori gruppi politici. Ovviamente si tratta solo di un primo passo, poiché il 13 e 14 marzo il testo passerà all'esame dell'Assemblea plenaria e, a quel punto si sarà formata la posizione definitiva del Parlamento Europeo che si confronterà nell'ambito del cosiddetto Trilogo con quella della Commissione Europea e del Consiglio Europeo. Una procedura questa tutta nuova a livello di negoziato relativo alla definizione dei Regolamenti della PAC, dello Sviluppo Rurale e dei Fondi Strutturali".
"L'Assessorato,-conclude il comunicato- ringraziando il presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo per la sua competenza e determinazione, sottolinea che la strada per un esito favorevole ad una PAC più vicina alle esigenze degli agricoltori è ancora lunga, ma un primo passo importante è stato fatto nella giusta direzione. Ora occorre intensificare la mobilitazione degli agricoltori e delle istituzioni perché anche i prossimi passaggi istituzionali confermino l'impostazione emersa in Commissione."

Land Grabbing in Camerun e l'olio di palma

Uno dei tanti episodi di land grabbing, accaparramento di terre, in Camerun.

"Meno fortunati sono, comunque, circa 14mila abitanti di un villagio nella zona SudOvest del Camerun, la cui esistenza -insieme a quella di tantissime specie animali e vegetali- è minacciata. 
La multinazionale dell'agribusiness americana Herakles Farms sta letteralmente razziando 73mila ettari su cui attualmente sorge una fitta foresta, per insediare una piantagione di palma da olio da 600 milioni di dollari, nonostante le obiezioni delle comunità locali. Alcune persone del posto sono state arrestate in seguito a delle proteste.
Alcuni esponenti della Herakles hanno detto che la società ha affittato legittimamente la terra per 99 anni, ma l'Ong Greenpeace lo scorso febbraio ha sottolineato come il magro canone di 50 centesimi per acro all'anno concordato con il governo, l'assenza di un decreto presidenziale ad autenticare la concessione, delle diatribe legali, le scarsissime garanzie sull'impatto ambientale e altre questioni ancora, rendono l'operazione quantomeno discutibile". (da farmlandgrab.org - leggi tutto)

Interessante notare come il motto della società in questione sia: Contributing to a sustainable future. (leggi)

(foto da http://heraklesfarms.com/)

Friday, February 22, 2013

Carne falsa: la truffa della sofisticazione alimentare

"Ho scoperto che il mio bambino consumava un prodotto a base di propoli che doveva essere fatto in Italia, invece era prodotto in Cina ed era strapieno di antibiotici". E' questa la motivazione cha ha portato Massimo Carlotto a scrivere il libro inchiesta Mi Fido di Te, che svela i meccanismi della sofisticazione alimentare.


(foto da Cascinagaggioli.it)

Carlotto è stato intervistato da Antonietta Demurtas per Lettera43, sull'onda dello scandalo Europeo della carne di cavallo scoperta nelle lasagne Findus:

C'è un sistema criminale che funziona in questo modo: un'azienda vende il prodotto, ma tutte le varie componenti alimentari le prende in giro per il mondo da vari fornitori, che si assumono tutta la responsabilità di quello che forniscono

Ormai i confini sono labili. Oggi il business della sofisticazione alimentare è il secondo a livello internazionale dopo il traffico dei rifiuti. Se la 'ndrangheta importa dal Canada grano di qualità 5 destinato all'alimentazione animale, inquinato con ocratossina e lo fa lavorare dai vari panifici, evidentemente dietro c'è un business enorme.

Ormai c'è sofisticazione in tutti gli alimenti: dal vino alla mozzarella, dal caffè all'olio. Ovunque c'è produzione di prodotti tipici. E dove c'è sofisticazione c'è corruzione.

(Leggi l'articolo intero su Lettera43)

Thursday, February 21, 2013

I giganti del mare

Oggi Repubblica Sera pubblica un bel servizio sui giganti del mare, i colossi che fanno da ponte tra "l'oriente produttivo a l'occidente consumista" in un mondo sempre più globalizzato.



Ecco qualche cifra della BBC sule navi cargo record, i nuovi giganti del mare:

Le navi: costruite con l'acciaio sufficiente a fare 8 torre Eiffel, una sola potrebbe portare fino a 18mila container in un solo viaggio, o -per quantificare- 36mila automobili o 863miloni di barattoli di fagioli (leggi altro su RSera)

Il viaggio:  dai 25 ai  30 giorni per una spedizione via nave con partenza dai porti di Guangzhou, Shenzen od Honh Kong (fonte: http://www.importaredallacina.com/spedizione)

Quante? Difficile quantificare il numero di "giganti" che raggiungono Italia e Europa ogni anno. In generale sono circa 20mila le navi che transitano ogni anno per il Canale di Suez, in Egitto, che collega Oriente ai porti Europei. La maggior parte di queste vanno in direzione dei porti nord europei, Rotterdam, Anversa e Amburgo in particolare. (leggi altri dati su I porti fanno la rivoluzione per accaparrarsi le merci cinesi di Nicola Salvagin su Verona Fedele)



Tuesday, February 19, 2013

WTB Aumenta il consumo di carne, sostenibile?

"Il consumo della carne è parte di una catena alimentare a grande rischio e che se non verranno presi provvedimenti tesi a ridurne la quantità, potrà causare danni ambientali irreversibili", afferma Mark Sutton, ricercatore capo del panel Onu per l'ambiente (Unep), presentando uno studio sugli impatti climatici del sempre crescente consumo di carne.

Un consumo che continua a impennare, grazie anche alla crescita del reddito medio di alcuni paesi, come il caso esemplare dell'India, storicamente nazione "vegetariana" per eccellenza, che sta adeguando i suoi usi e costumi a quelli occidentali.


 

"Prima - spiega il cliente di un locale carnivoro - molte persone la mangiavano solo a casa, la gente non se la sarebbe mai sentita di farlo in pubblico". "Molte cucine straniere stanno arrivando in India - aggiunge un altro consumatore - arrivano gli spagnoli, i francesi. Loro hanno molti piatti non vegetariani, e quindi se vuoi provare queste cucine devi essere pronto anche a mangiare carne". (leggi tutto su Corrierenazionale.it)

Secondo Sutton e il suo staff alle Nazioni Unite, "solo una o due generazioni fa, nei paesi ricchi il consumo fosse più limitato mentre oggi si è arrivati a diete che fanno della carne un alimento di tutti giorni. Questo ha comportato ad un aumento molto forte degli allevamenti intensivi deviando una grande quantità di grano destinato alla alimentazione umana a quella animale. L’incremento delle coltivazioni di cereali per uso animale ha naturalmete aumentato l’uso di fertilizzanti, pesticidi ed erbicidi ed acqua, causando secondo gli scienziati dell’Unep un corto circuito terra-acqua-aria che dannoso per la salute umana.
Tra l’altro questo cocktai micidiale si ritrova nei mari dove causa l’aumento delle alghe e morie di pesci, minaccia gli ecosistemi anfibi e le api". (leggi tutto sul sito dell'AdnKronos)

L'altro fronte della sostenibilità è quello dell'aumento incontrollabile del presso del cibo di prima necessità. Il fenomeno ha radici nello scorso decennio, ed è destinato a dominare gli equilibri globali nei prossimi decenni.

"Tutto è cambiato nel 2007-08 con il primo dei molti scossoni ai prezzi delle materie prime. L’uso negli Stati Uniti di prodotti agricoli per la produzione di combustibile ha fatto impennare il prezzo degli oli di mais, di palma e di barbabietola, e i mercati hanno avvertito la pressione della crescente domanda di carne dei paesi emergenti. Il consumo procapite di carne nella sola Cina è quadruplicato dal 1960 a oggi", scrive John Gapper sul Financial Times (leggi tutto su PressEurop.eu)

Thursday, January 10, 2013

WTB Pomodoro made in Cina / Italy, impennata delle importazioni nel 2012

Il pomodoro, prodotto base dell'alimentare made in Italy, proviene in percentuale sempre maggiori dall'importanzione, prevalentemente dalla Cina. Un trend consolidato negli ultimi anni, che potrebbe impennare dopo la dura siccità dell'estate 2012 che ha colpito duramente il raccolto italiano di questa pianta particolarmente idrovora.

"Il 2012 e’ stato in Italia il quinto anno piu’ caldo dal 1800 in cui sono iniziate le rilevazioni con, rispetto alla media, una temperatura superiore di 1,02 gradi e precipitazioni inferiori del 6 pwer cento", afferma Coldiretti. "Quest’anno il risultato del cambiamento climatico è stato il crollo del raccolto made in Italy che e in grado di garantire scorte alimentari nazionali per soli 9 mesi, a causa della siccità estiva ma anche del gelo invernale e dei nubifragi autunnali. Tra i prodotti base della dieta mediterranea –continua Coldiretti – se la vendemmia si è attestata sui valori minimi da quasi 40 anni con un calo del 6 per cento del vino per un totale di appena 40 milioni di ettolitri, la produzione di pomodoro da conserva e scesa del 12 per cento attorno le 4,4 milioni di tonnellate mentre scende a 4,8 milioni di quintali la produzione italiana di olio di oliva, in calo del 12 per cento rispetto ai cinque milioni e mezzo della scorsa annata".

Il crollo della raccolta di pomodoro nostrano andrà probabilmente a incentivare ulteriorimente i prodotti di importazione.

“Nel 2011 c’è stato un aumento del 17% nelle importazioni di pomodori e derivati del pomodoro dalla Cina, per un totale di 113 milioni di chili. In pratica il 15% dei derivati del pomodoro venduti in Italia sono di origine cinese. E vengono venduti come “Made in Italy” perché il processo di trasformazione del pomodoro avviene in Italia e non c’è alcun obbligo di indicare in etichetta la provenienza della materia prima. Un vero e proprio scandalo cui la politica italiana continua a non porre rimedio.” (UniversoFood.net, riportato dall'agriblog http://tirebouchon.tumblr.com/)



Se a impressionare l’Italia erano ‘bastati’ gli 82 milioni di chili di concentrato di pomodoro importato dalla Cina nel 2009 - pari al 10% della produzione nazionale - le cifre relative al primo trimestre del 2010 (+174 rispetto al periodo precedente) evidenziate dal rapporto di Coldiretti, cooperative agricole dell’Unci e industrie conserviere dell’Aiipa, mettono in allarme produttori e consumatori che, secondo le stime, ogni anno acquistano 550 milioni di chili di pomodori in scatola o in bottiglia.
“Ogni giorno nei porti italiani vengono scaricati oltre mille fusti (da 200 Kg l’uno) di concentrato di pomodoro proveniente dalla Cina che finisce sulle tavole mondiali come condimento tipico del Made in Italy” si legge nel dossier.(Leggi tutto su AgiChina24)

Thursday, January 3, 2013

Emissioni Data Center, quanto inquinano Google e Facebook

 Nella foto un DataCenter di Google. Qui la gallery degli insediamenti. 

Dietro le pagine, le immagini, le ricerche, i messaggi, i due colossi dell'online gestiscono un inimmaginabile flusso di dati con interi stabilimenti industriali, data center da record sparsi in svariati luoghi freddi del pianeta.

Secondo i suoi stessi dati, Facebook nel 2011 ha  utilizzato 532 milioni di Kwh, di cui il 36per cento circa da fonte nucleare o rinnovabile, producendo per il resto dell'energia 285mila tonnellate di Co2. 

Nel 2010 Google ha invece riferito di aver prodotto 1,5 milioni di tonnellate di Co2.

Greenpeace sostiene che "il settore IT sia quello con la maggiore crescita al mondo in termini di utilizzo di energia elettrica" e che "il 55% dell’energia che alimenta i server di Facebook derivi ancora dal carbone, contro il 12,7 di Yahoo e il 34% di Google".