Sicilia, Lazio, Toscana, Umbria, Ligura, Abbruzzo... L’Italia è da mesi
tra le fiamme con dei record assoluti di ettari e ettari di parchi, boschi,
riserve naturali carbonizzati, annientati. Solo nel mese di luglio nella sola Toscana sono andati in fumo 1170 ettari in circa 190 roghi. La meravigliosa riserva dello Zingaro, tra Palermo e
Trapani, è stata sostanzialmente annientata nello stesso mese, mentre anche la provincia di Roma ha segnato un rcord negativo con con 400 ettari
carbonizzati in 190 incendi.
(foto da Rodi Garganico Online)
Tra olimpiadi e crisi economica passa in secondo piano in
queste settimane la tremenda emergenza nazionale che sta attraversando il
nostro paese, con il risultato che quasi non esiste un dibattito su “chi” o “cosa”
dia origine alle fiamme, una domanda cui pochi, tra le persone di strada, sanno
darsi una risposta.
La maggior parte dei roghi è di origine dolosa con
motivazioni che, secondo le diverse dinamiche di alcuni episodi, sembrano da
ricondursi alle manie di potenza di
qualche individuo mentre altre volte hanno come obbiettivo la pura speculazione
edilizia.
“A Monte Mario è caccia agli incendiari”, scrive
ad esempio Rinaldo Frignani sul Corriere della Sera, relativamente alla situazione nella capitale. “Gli investigatori della
Forestale, diretti dal vice questore aggiunto Marco Mei, hanno individuato il
focolaio da dove sono partite le fiamme: un cespuglio fra gli alberi, a pochi
metri da una cisterna dell'acqua e da un bocchettone anti-incendio parzialmente
bruciato. Come se i piromani avessero cercato di proposito di ritardare il più
possibile l'intervento dei soccorritori. Anche questo rogo, spento in tre ore,
finirà probabilmente nel fascicolo contro ignoti aperto dalla procura che
indaga sull'altro incendio nella riserva del 31 luglio scorso, sui tre episodi
successivi (forse accidentali) e su quello del giorno precedente a Monte Ciocci
per il quale sono sospettati tre ragazzi
attualmente ricercati”.
Altri incendi con piromani fermati si sono registrati nell’hinterland
di Roma (un uomo preso mentre appiccava delle sterpaglie con un liquido
infiammabile), in Liguria (un anziano fermato con dei barattoli di vernice
usati come ‘miccia’ per accendere le fiamme) e in Umbria (sospetti su un altro uomo di mezza età per le fiamme che hanno sventrato un’intera montagna nel ternano).
(foto da Me.SimpleSpot.it)
HOTEL BELVEDERE Ci sono poi gli incendi dettati dalla speculazione, dall’edilizia
nelle aree verdi più belle del paese, quelle più colpite dalle fiamme e insieme
più ghiotte per realizzare camping, villaggi e hotel. Paesaggi incontaminati
dove i vincoli alla costruzione possono essere rapidamente carbonizzati insieme
agli alberi e alla vegetazione.
Secondo Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente
Nazionale, “Sarebbe necessario anche un approfondimento su chi sono oggi
gli incendiari, perché gli interessi in gioco sono molteplici e non legati solo
alla speculazione edilizia''.
“La maggior parte degli incendi che interessano le aree boschive
è di origine dolosa”, ha detto Cogliati Dezza in riferimento all’emergenza
incendi in Italia. “Per questo motivo è fondamentale da parte delle
amministrazioni comunali la piena applicazione della legge quadro 353 del 2000
e la realizzazione del catasto delle aree percorse dal fuoco, unico vero
strumento per limitare a monte la possibilità di speculare sulle aree bruciate”.
Come spiega lo stesso Cogliati Dozza, “attraverso il catasto è possibile
imporre vincoli e limitazioni per ogni modifica della destinazione d'uso delle
aree bruciate. Tuttavia nel nostro Paese, com’è emerso da un'indagine di
Legambiente, solo il 50% dei comuni ha aggiornato il catasto al 2010 e solo il
5% delle amministrazioni comunali applica pienamente la legge quadro in materia
di incendi boschivi, che prevede oltre alla realizzazione del catasto, anche
una costante attività di prevenzione e tutela del territorio”.
(FdA)
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