Thursday, September 27, 2012

Il costo umano di un iPad2/la rivolta nella Foxconn

Solo qualche giorno fa parlavamo di prodotti Apple e della "vecchia" inchiesta del New York Times sulle condizioni di lavoro nei distretti industriali asiatici, dove i prodotti dell"azienda di Cupertino sono prodotti nell'epoca dell'economia global. In questi giorni la faccenda è tornata di grande attualità, con la rivolta alla Foxconn. (video AdnKronos)


"L'impianto di Taiyuan, nella provincia centro-orientale dello Shanxi, impiega 79.999 persone e in questi giorni e' impegnata nella produzione e nell'assemblaggio soprattutto del retro dell'ultima versione dell'Iphone. La Foxconn Technology Group, di proprieta' della taiwanese Hon Hai Precision Industry Co., impiega oltre 1,3 milioni di persone con diversi impianti di produzione in Cina e in altri paesi, lavorando per primarie societa' mondiali come Apple, Sony, Nokia e altri. Negli anni scorsi e' stata scossa da una serie di suicidi fra i suoi dipendenti a causa delle pessime condizioni di lavoro." (Leggi tutto sul sito di Rai News 24)

Friday, September 21, 2012

OGM si, ogm no. La polemica e gli interessi

I giornali in Italia e in Europa sono tornati a parlare in questi giorni di Ogm, gli organismi geneticamente modificati, utilizzati in agricoltura per rendere più resitenti -con modificazioni genetiche dei semi- ortaggi e colture.

A sollevare la questione uno studio di un'equipe di scienziati francesi che hanno fatto una sperimentazione sugli animali (200 ratti) per stabilire che quelli alimentati con prodotti ogm hanno avuto tempi di vita più brevi.

 "Per la prima volta una ricerca scientifica indipendente ha analizzato gli effetti nel lungo periodo degli organismi geneticamente modificati. Sotto accusa la variante Nk603 prodotta dalla Monsanto, che in Europa può essere solo importata ed è destinata prevalentemente all'alimentazione del bestiame" (da Il Fatto Quotidiano, leggi tutto)

Queste le immagini del rapporto della sperimentazione, dal sito Le Nouvel Observateur:


La ricerca ha scatenato un'alzata di scudi di altri scienziati, che hanno accusato i ricercatori di essere "parziali".

"dopo la sua presentazione, dalla comunità scientifica è arrivato un muro di critiche sia agli autori che allo studio stesso. Gli accusatori non ci sono andati leggeri: Bill Chassy, dell'università dell'Illinois, ha dichiarato che «non si tratta affatto di un'innocente pubblicazione scientifica, ma di un evento mediatico orchestrato e ben programmato».
Anche il New Scientist scrive che «ci sono poche ragioni per ritenere affidabile questa ricerca»: il campione era infatti soltanto di 200 ratti, e con numeri così piccoli è molto facile incappare in errori, soprattutto se si già cosa cercare. Ed è quella di parzialità, alla fine, l'accusa più pesante che viene rivolta al gruppo francese." (da Linkiesta.it, leggi tutto)

Resta l'ennesima conferma di un argomento estremamente polarizzato, dove gli interessi in gioco sono mastodontici, da una parte e dall'altra, e vanno dai copyright sui semi del domani alla difesa della biodiversità.


OGM: Ogm, significa organismi geneticamente modificati. Vengono anche definiti organismi transgenici. Si tratta di animali e piante che hanno un patrimonio genetico artificiale ottenuto in laboratorio. In poche parole: il loro Dna, la molecola responsabile della trasmissione dei caratteri ereditari contenuta nel nucleo di ogni cellula, non è quello che è stato definito attraverso un lungo cammino evolutivo. Contiene invece un frammento che è stato scelto, individuato e isolato da un ricercatore. Questo frammento in realtà non è nuovo, non è stato creato "su misura" e non è frutto di sintesi. (leggi tutto)


Thursday, September 20, 2012

Apple mania, Il costo umano di un iPad

Apple contro Samsung, editoria digitale che tra ebook e app supera quella cartacea nel Regno Unito e negli Stati Uniti. Il mondo "moderno" sembra veleggiare con convinzione sempre maggiore verso il trionfo degli smartphone e degli eReader, di cui l'iPad è stato il principale mover, capace più di ogni altro -con la potenza del brand Apple- di convincere fiumi di lettori a passare a questa tecnologia.

Il rovescio della medaglia - Mesi fa fece discutere un'ottima inchiesta del New York Times su Il costo umano di un iPad, una ricerca su quello che c'è dietro la produzione del simbolo della modernità.

"I giornalisti Charles Duhigg e David Barboza hanno raccontato la storia di Lai Xiaodong, un ragazzo cinese di 22 anni che dopo il conseguimento della laurea si trasferì a Chengdu, città di 12 milioni abitanti nel sudovest della Cina diventata uno dei centri di produzione più importanti al mondo. Lai era stato assunto dalla Foxconn Technology, azienda che ha stabilimenti in tutto il paese e che produce circa il 40 percento dell’elettronica di consumo al mondo per conto delle case più importanti, per un lavoro di riparazione retribuito 22 dollari al giorno.
Il codice di condotta dei fornitori Apple, emanato nel 2005, stabilisce che i dipendenti di un impianto non devono lavorare per più di 60 ore a settimana, escluse circostanze straordinarie e di emergenza. Nonostante questo, però, Lai era costretto a stare in fabbrica 12 ore al giorno per sei volte alla settimana.
Alla fine della giornata, aveva la fortuna di poter riposare in una camera abbastanza grande da contenere un solo letto, che condivideva con la sua ragazza. E non si parla di fortuna per caso. Molti dipendenti non avevano lo stesso “privilegio”, con casi di 20 persone costrette a dormire in stanze pensate per un massimo di 3."

(Leggi tutto: L'articolo su WebNews.it)
L'articolo originale di The New York Times, ripubblicato nel 2012 da Internazionale: 
The iEconomy
In China, Human Costs Are Built Into an iPad 
By CHARLES DUHIGG and DAVID BARBOZA

The explosion ripped through Building A5 on a Friday evening last May, an eruption of fire and noise that twisted metal pipes as if they were discarded straws.  (leggi tutto)

Tuesday, September 11, 2012

TOXIC SOMALIA, la verità sulla storia di Ilaria Alpi nell'inchiesta di Paul Moreira

E' stato premiato nell'ultima edizione del Premio Ilaria Alpi proprio per aver girato nel 2010 "Toxic Somalia", un viaggio nel moderno traffico di rifiuti tossici dallo sviluppato occidente alle coste della Somalia, "scelta proprio per la situazione di grande instabilità, che la rende terreno ideale per i traffici di rifiuti tossici e -a volte- radioattivi.

Il video di Moreira ripercorre la storia di Ilaria Alpi, che per prima su quel traffico riusci' a far luce, pagando il suo lavoro con la vita. Una storia di verità nascoste e responsabilità mai verificate che dice molto sulla storia e l'attualità dell'Italia.



Wednesday, September 5, 2012

WTB: Allevamenti intensivi: The Meatrix

Pillola rossa o pillola blu. A chi guarda la possibilità di scegliere se conoscere cosa si nasconde dietro il mondo "chiuso" ai consumatori della produzione industriale di carne.


 

(Altri video e info su http://www.themeatrix.com)

Tuesday, September 4, 2012

I semi della discordia /2 - Fertilizzanti per oppio

Restando in tema di semi, coltivazioni e contrasto alla fame, un articolo uscito qualche tempo fa sul National Geographic racconta la lotta delle potenze occidentali contro le coltivazioni di Oppio in Afghanistan.

"Un passaggio chiave per stabilire la pace in Afghanistan è quello di impedire ai coltivatori locali di produrre Oppio", scrive la testata nella sua edizione Usa. Secondo Robert Draper, autore del reportage sulle coltivazioni di oppio contrastate dai militari occidentali dell'International Security Assistance Force, gli introiti del commercio di oppio finanziano indirettamente i miliziani afgani, contribuendo a rendere instabile la regione.

"Le consegne illegali di oppio partono in direzione di Russia e Europa -si legge nell'articolo, secondo cui - con 1,5 milioni di tossicodipendenti, la Russia è il principale mercato di eroina".

Photo by Guardian.co.uk


In che modo entrano in gioco i semi? Come strategia di rappacificazione, il National Geographic pubblica una grande foto di montagne di sacchi di fertilizzanti & co, scaricati da un gruppo di Marines, nel distretto del Marajah (provincia di Helmand) in quanto:

"parte di un programma per incoraggiare gli agricoltori locali a rinunciare ai papaveri (da cui si ricava l'oppio) per produrre raccolti alternativi, come il grano e i fagioli. Un modo per incoraggiare l'agricoltura anziché distruggere le coltivazioni esistenti. [...] Oggi oltre se milioni di Afghani soffrono di carenze alimentari. Anziché fare spedizioni di cibo, alcune organizzazioni no profit preferiscono inviare semi di 'alta qualità', per incrementare i raccolti".
(da National Geographic Usa, Febraury 2011)

Monday, September 3, 2012

WTB: I semi della discordia. Semi sotto copyright e coltivazioni industriali per combattere la fame

La fame combattuta attraverso metodi industriali. Semenze "rafforzate", in alcuni casi da modifiche genetiche sotto copyright (Ogm), ma anche metodi "moderni" di agricoltura, come pesticidi, fitofarmaci, fitoregolatori, fertilizzanti...

Si tratta di uno dei terreni di scontro centrali tra chi ritiene che per soddisfare il crescente fabbisogno di cibo da parte della popolazione mondiale sia necessario percorrere la strada del progresso e chi vede dietro questa scelta la presunzione di poter controllare la natura con la tecnologia.

 

L'argomento è trattato in un uno dei capitoli di "La terra vista dal cielo", documentario del fotografo francese Yann Arthus-Bertrand, dedicato a LA FAME, attualmente visibile sul sito della Rai in streaming.

India - L'ultima parte del documentario racconta la storia dell'India, al centro del libro militante "Semi del suicidio" dell'attivista indiano Vandana Shiva, qui recensita da Dario Cambiano:

"L’India, fin dai primi anni ’60, vara un imponente progetto per migliorare la produttività del proprio sistema agricolo. È la Prima Rivoluzione Verde. Nel giro di una ventina d’anni, selezionando sementi, ibridandole, l’India arriva all’autonomia alimentare, non senza un prezzo elevato in termini di inquinamento del terreno, perché le nuove più efficienti sementi, gestite dal governo, richiedono alte dosi di fertilizzanti chimici e di antiparassitari. Ma il sistema agricolo resta di tipo tradizionale, a conduzione familiare: i contadini in India sono circa 650 milioni.

In pochi anni però la situazione evolve in senso capitalistico: arriva la chimica internazionale, si commerciano semi modificati geneticamente: in pochi anni l’India si mette nelle mani di colossi privati della biotecnologia e lascia che questi diffondano, a pagamento naturalmente, i propri semi ibridati." (leggi tutto su Serenoregis.org)

(Immagine di CGIAR Image su Flickr)